CTS e AstraZeneca: decisioni tra politica, pressione mediatica e scienza ignorata
Executive Summary – Riunione CTS 09/06/2021
Partecipanti chiave:
- Franco Locatelli (Presidente CTS)
- Roberto Speranza (Ministro della Salute)
- Gen. Francesco Paolo Figliuolo (Commissario Straordinario)
- Nicola Magrini (DG AIFA)
- Giorgio Palù, Gianni Rezza, Silvio Brusaferro
- Fabio Ciciliano, Donato Greco, Cinzia Caporale, Alessia Melegaro, Sergio Abrignani
Obiettivo della Riunione
- Rivalutare le raccomandazioni sull’uso del vaccino AstraZeneca (Vaxzevria) alla luce del calo della circolazione virale.
- Definire la strategia per la seconda dose: mantenere AstraZeneca o passare a vaccini a mRNA (eterologa).
- Stabilire una linea di comunicazione pubblica univoca per evitare perdita di fiducia.
Decisioni e discussioni principali
- AstraZeneca: Confermare uso preferenziale sopra i 60 anni.
- Dibattito sull’opportunità di limitare ulteriormente l’uso in futuro.
- Seconda dose:
- Possibile completamento omologo (stesso vaccino) per chi ha già ricevuto la prima dose.
- Apertura all’eterologa (vaccinazione mista) in casi specifici, pur riconoscendo mancanza di studi a lungo termine.
- Comunicazione: Evitare messaggi contraddittori e definire una strategia coordinata tra CTS, Ministero e Regioni.
- Open Day ai giovani: Fortemente criticati: «iniziativa delle Regioni, non coerente con le raccomandazioni» (Figliuolo).
- Criticità individuate:
- Rischio di disorientamento pubblico:
- Cambi frequenti nelle raccomandazioni → percezione di incertezza.
- Profilo rischio-beneficio variabile:
- Con bassa circolazione virale, i benefici calano mentre il peso degli eventi avversi aumenta (Magrini).
- Eterologa senza solide evidenze:
- Mancano dati su sicurezza/efficacia combinazioni diverse.
- Problema comunicativo: Come spiegare il cambio di strategia senza “sconfessare” decisioni precedenti (Ciciliano, Brusaferro).
- Eventi avversi e rischi:
TTS – Trombosis with Thrombocytopenia Syndrome= Sindrome da trombosi con trombocitopeniaSegnalata dopo vaccini a vettore adenovirale (AstraZeneca, Johnson & Johnson).Incidenza: circa 1 caso ogni 100.000 dosi, più frequente in soggetti <60 anni.VITT – Vaccine-Induced Immune Thrombotic Thrombocytopenia= Trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccinoVariante grave della TTS, potenzialmente letale.
Decessi
Magrini: «Il profilo beneficio/rischio cambia con la riduzione dei contagi: i rari casi di TTS diventano più pesanti».
Locatelli: «Il principio di cautela deve guidarci per evitare eventi fatali prevenibili».
EMA
Fornisce i dati di riferimento: rischio di TTS più elevato con prima dose di AstraZeneca, quasi nullo con la seconda.
Nomi e posizioni espresse
Gen. Figliuolo: critico sugli Open Day, teme “effetto devastante sulla comunicazione”.
Nicola Magrini: presenta dati EMA, conferma che il contesto cambia la valutazione etica.
Giorgio Palù: segnala criticità regolatorie sull’eterologa e tempi di decisione.
Gianni Rezza: richiama alla cautela, chiede di non correre senza evidenze solide.
Fabio Ciciliano: preoccupato per la difficoltà di spiegare il cambio di linea.
Silvio Brusaferro: raccomanda documento chiaro per allineare la comunicazione.
Cinzia Caporale: solleva questioni etiche per chi ha fatto la prima dose.
Sergio Abrignani: chiede coerenza assoluta, evitare cambi non supportati da dati.
Citazioni chiave
Locatelli: «Se cambiamo ora, dobbiamo essere pronti a reggere il peso comunicativo».
Magrini: «Con la bassa circolazione del virus, il rischio di TTS diventa rilevante».
Conclusioni operative
Raccomandazione AstraZeneca sopra i 60 anni confermata, ma apertura a revisioni.
Seconda dose: omologa possibile, ma eterologa ammessa in situazioni specifiche.
Urgenza di comunicazione unitaria, per salvaguardare la fiducia nella campagna vaccinale.
Stop agli Open Day per giovani, non coerenti con CTS.
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CTS e AstraZeneca: decisioni tra politica, pressione mediatica e scienza ignorata
Introduzione: una riunione che svela le contraddizioni
La riunione del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) del 9 giugno 2021, durata oltre due ore, rappresenta un momento chiave per comprendere come si sono prese alcune decisioni nella gestione della campagna vaccinale italiana. Dalla trascrizione emergono tensioni, dubbi e criticità che non hanno nulla di puramente scientifico, ma molto di politico e mediatico.
Il contesto: vaccino AstraZeneca sotto accusa
Il vaccino AstraZeneca, inizialmente presentato come pilastro della campagna vaccinale, era già finito nell’occhio del ciclone a causa dei rarissimi ma gravi eventi avversi: la Sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS) e la VITT (trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino).
I dati dell’EMA erano chiari: il rischio era basso, circa 1 caso ogni 100.000 dosi, ma diventava rilevante con il calo della circolazione virale. Questo avrebbe dovuto portare a scelte trasparenti e coerenti, basate su evidenze solide. Ma non è andata così.
Criticità nella comunicazione e nelle scelte
Il CTS si è trovato davanti a un dilemma: mantenere l’indicazione per AstraZeneca o cambiare strategia?
Il problema non era solo scientifico, ma comunicativo. Il presidente Franco Locatelli lo dice apertamente:
> «Il principio di cautela deve guidarci, ma dobbiamo reggere il peso comunicativo».
Questa frase rivela una priorità: evitare una crisi di fiducia più che basare le decisioni su criteri scientifici. Lo conferma anche Fabio Ciciliano, che teme il “boomerang comunicativo” derivante da un cambio di linea dopo aver rassicurato milioni di cittadini.
Open Day e giovani: scelta politica, non tecnica
Il Commissario Francesco Paolo Figliuolo si mostra durissimo sugli Open Day per i giovani, organizzati da alcune Regioni:
> «Sono iniziative delle Regioni, io non le ho autorizzate».
Una frase che svela due cose:
1. Mancanza di coordinamento nazionale.
2. Una decisione nata più per esigenze politiche e mediatiche che per logiche sanitarie.
Gli Open Day sono stati presentati come “occasioni per accelerare la campagna”, ma in realtà hanno esposto soggetti giovani – a basso rischio di COVID – a un vaccino che lo stesso CTS stava valutando di limitare. Una scelta che nulla aveva di prudente o scientifico.
La questione eterologa: scienza o improvvisazione?
Altro nodo critico: la vaccinazione eterologa (seconda dose con vaccino a mRNA per chi aveva iniziato con AstraZeneca).
Gianni Rezza mette in guardia: «Non ci sono evidenze solide per procedere in modo generalizzato».
Giorgio Palù sottolinea problemi regolatori: «È off-label, non approvato ufficialmente».
Nonostante queste perplessità, la linea politica spinge in quella direzione, senza che siano citati studi clinici conclusivi. Una decisione più dettata dall’urgenza di “salvare la faccia” che da basi scientifiche.
Politica, economia e gestione dell’immagine
Dalle parole di Nicola Magrini (AIFA) emerge il vero punto:
> «Con la riduzione dei contagi, il rapporto rischio/beneficio cambia. Questo è un tema etico e comunicativo delicato».
Non si parla di nuovi dati scientifici, ma di percezione pubblica, impatto mediatico, opportunità politica. Il contesto era quello di una campagna vaccinale sotto pressione, con obiettivi numerici da raggiungere e accordi economici già presi con le case farmaceutiche.
Conclusione: la salute in secondo piano
La riunione del CTS del 9 giugno 2021 dimostra che le scelte chiave non sono state guidate solo da scienza e sicurezza, ma anche da logiche di opportunità politica, gestione del consenso e interessi economici.
Le frasi dei protagonisti lo confermano: preoccupazione per la “devastazione comunicativa”, timore di “cambiare rotta” e urgenza di “non far saltare la campagna”.
Il risultato? Decisioni prese in un contesto di incertezza, con un equilibrio precario tra prudenza sanitaria e calcolo politico. Una lezione che dovrebbe far riflettere sulla necessità di separare la scienza dalla politica, soprattutto quando in gioco ci sono vite umane.
Cosa ne pensate?
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