YouTube, Google e il controllo cognitivo globale: il vero potere è invisibile
I
n questa lezione, il Prof. Daniel Lopez ci accompagna in un’analisi approfondita e spiazzante: le piattaforme digitali non sono ambienti neutrali, ma veri e propri strumenti geopolitici integrati in una struttura di potere invisibile, di matrice statunitense. Il caso esemplare è YouTube, ma l’intero ecosistema tecnologico globale – da Google a Facebook, da TikTok a X – partecipa della stessa logica.
Il mito della piattaforma neutrale: YouTube è un ministero culturale
Secondo Lopez, YouTube ha ormai cessato da tempo di essere un semplice sito per la condivisione di video. È diventato un ministero della cultura mondiale, un attore sovranazionale che:
-
decide chi può parlare,
-
cosa può essere detto,
-
e soprattutto quali contenuti possono circolare, monetizzare ed essere visti.
Non è più un’arena libera. È un filtro centralizzato, costruito su regole opache, algoritmi mutevoli e linee guida influenzate da agende politiche e ideologiche.
L’arma economica: demonetizzazione e punizione selettiva
Lopez spiega che la nuova censura non avviene per rimozione diretta dei contenuti – anche se accade – ma per disattivazione selettiva delle risorse.
Chi non si conforma ai paradigmi dominanti viene:
-
demonetizzato,
-
rimosso dai suggerimenti algoritmici,
-
spinto fuori dalla visibilità.
YouTube premia chi rinforza la narrativa dominante e penalizza chi la mette in discussione. Non importa la qualità del contenuto, ma la sua compatibilità con l’ordine ideologico vigente.
Google, YouTube e la CIA: una genealogia strategica
Una delle rivelazioni più forti è il legame strutturale tra le big tech e i servizi di intelligence statunitensi. Lopez ricorda che:
-
Google nasce da progetti finanziati dalla DARPA e da In-Q-Tel, il fondo d’investimento della CIA;
-
I fondatori Larry Page e Sergey Brin lavoravano su algoritmi originati da ricerche militari;
-
YouTube è stato acquisito da Google proprio per completare l’ecosistema informativo: cercare, trovare, guardare e pensare.
Lopez riprende qui concetti già esposti da autori come Julian Assange, il quale denunciava che Google non è un’azienda privata nel senso classico, ma un soggetto geopolitico integrato negli apparati di potere USA.
Dalla geopolitica alla psicopolitica: YouTube come infrastruttura cognitiva
Oggi YouTube non veicola solo contenuti. Veicola linguaggi, modelli narrativi, ritmi di attenzione, priorità semantiche. E impone ovunque – in Brasile, in Europa, in India – uno standard comunicativo angloamericano.
Secondo Lopez, questa è la nuova forma di colonizzazione: non militare, non economica, ma mentale. Una “soft power” globale che forma intere generazioni secondo un’unica griglia cognitiva. Una griglia disegnata da enti come Google, Meta, TikTok e X, sotto la regia invisibile delle intelligence occidentali.
L’influenza nascosta nei momenti chiave: dalle Primavere Arabe al Covid
Lopez fa notare che le grandi ondate di cambiamento sociale recente – come le Primavere Arabe, le rivolte in Iran, o la polarizzazione nelle elezioni USA e brasiliane – hanno tutte un elemento in comune:
→ la gestione selettiva dell’informazione digitale.
Durante la pandemia da Covid-19, YouTube ha silenziato sistematicamente:
-
medici e scienziati dissidenti,
-
voci spirituali non conformi,
-
contenuti conservatori, tradizionalisti, anti-globalisti.
La piattaforma si è trasformata in un attore politico travestito da servizio tecnologico.
L’illusione della libertà di parola
Molti utenti credono che “se riesco a pubblicare un video, allora sono libero”. Ma Lopez chiarisce che la vera libertà non è poter parlare, bensì poter essere ascoltati, trovati, diffusi.
YouTube non impedisce la parola. Impedisce l’ascolto.
Chi è fuori dal paradigma dominante viene relegato nei “margini dell’algoritmo”, dove nessuno arriva.
L’algoritmo seleziona gli obbedienti
Un altro punto fondamentale: oggi non emergono i contenuti migliori, ma quelli più conformi. I creatori che crescono di più sono quelli che:
-
non toccano temi tabù,
-
usano linguaggi “inclusivi”,
-
evitano lo scontro con agende globali (clima, vaccini, guerra, identità),
-
collaborano con partner pubblici e corporate.
I più talentuosi vengono oscurati o assorbiti, i più pericolosi silenziati economicamente.
La prospettiva futura: creare alternative o sparire
Lopez conclude con un avvertimento forte: se non nasceranno piattaforme digitali indipendenti, la voce umana autentica verrà eliminata dal mondo digitale.
Chi vuole resistere dovrà agire su tre piani:
-
Tecnologico – costruendo server, piattaforme, codici liberi.
-
Culturale – recuperando linguaggi, narrazioni e identità locali.
-
Finanziario – creando sistemi di sostegno economico non legati alla monetizzazione algoritmica.
Solo così sarà possibile sfuggire alla presa del pensiero unico digitale.
📎 Fonti e Riferimenti menzionati o impliciti
📘 Libri e analisi
-
Julian Assange – When Google Met WikiLeaks
🔗 https://wikileaks.org/google-is-not-what-it-seems -
Shoshana Zuboff – Il capitalismo della sorveglianza
🔗 https://www.amazon.it/dp/8804718321
🏛️ Agenzie e fondazioni
-
CIA – Central Intelligence Agency
🔗 https://www.cia.gov -
DARPA – Defense Advanced Research Projects Agency
🔗 https://www.darpa.mil -
In-Q-Tel – fondo strategico della CIA
🔗 https://www.inqtel.com
🌐 Aziende e piattaforme
-
Google / Alphabet Inc. – https://www.google.com
-
YouTube – https://www.youtube.com
-
Meta (Facebook, Instagram) – https://about.meta.com
-
TikTok – https://www.tiktok.com
-
X (ex Twitter) – https://x.com
Commenti
Posta un commento