Vaccini, Fondi e Intelligenza Artificiale: Chi Comanda Davvero?
NUOVO CEO GAVI: EMERGENZE PROGRAMMATE E IA
In questa intervista fatta dal WEF il nuovo CEO di GAVI ammette che quest'ultima è una creatura del WEF e che ha il controllo sul mercato dei vaccini, stabilendone anche il prezzo.
Sotto il loro controllo è anche il "first response fund", un fondo di finanziamento basato su denaro europeo e USA per garantire il denaro necessario per procurare vaccini appena un'emergenza sanitaria da loro inventata cominci. La farsa del vaiolo delle scimmie è stata inventata per testare la rapidità con cui questo fondo è in grado di procurare vaccini.
Poi sostiene che bisogna allinearsi sempre all'OMS e di rispettare i suoi obblighi, che devono essere imposti anche con la forza.
Ha ammesso poi di prendere decisioni usando l'IA, ed esiste un'iniziativa per l'IA proprio targata GAVI.
Per il futuro si promettono di raggiungere sempre più bambini iniettando sempre più vaccini, stimando 500mila bambini vaccinati in 6 anni.
Fonte ufficiale
Signore e signori,
oggi vi parlo di un’organizzazione che, pur presentandosi come salvatrice del mondo, cela dietro il velo dell’umanitarismo una macchina ipercentralizzata che sta ridefinendo — senza alcun mandato democratico — il concetto stesso di sanità globale: la GAVI Alliance.
Intervistata dal World Economic Forum — che guarda caso è anche il luogo in cui GAVI è nata — la nuova CEO, Sania Nishtar, ha messo nero su bianco ciò che da anni molti sospettano.
GAVI non è solo un’alleanza pubblico-privata: è una creatura del WEF, e agisce come un attore sovranazionale capace di controllare il mercato globale dei vaccini, di negoziare i prezzi, di modellare l’offerta, e persino di sperimentare risposte a emergenze sanitarie simulate.
Sì, avete capito bene.
Con orgoglio la CEO racconta di aver testato la prontezza del sistema attraverso il caso del vaiolo delle scimmie, che ha definito senza mezzi termini un banco di prova per il fondo di risposta rapida — il cosiddetto First Response Fund. Un fondo da 500 milioni di dollari, finanziato da banche e governi occidentali, pronto a essere attivato in automatico al primo segnale di "emergenza".
Chi decide quando inizia un’emergenza? Loro.
Chi fornisce il vaccino? Sempre loro.
E chi compra il vaccino con i nostri soldi? Ancora loro, prima che qualcuno possa anche solo porre una domanda.
La stessa CEO afferma che durante le emergenze sanitarie non c'è tempo per discutere, pianificare o valutare. Bisogna agire. Ma a comandare non è un governo eletto, non è un parlamento, non è la scienza libera. È una macchina burocratica transnazionale che pretende obbedienza cieca e invoca l’allineamento forzato con l’OMS, anche, parole sue, con un ruolo di "coordinamento forzato".
E questo sarebbe un sistema sanitario globale?
Ma c’è di più.
Questa nuova GAVI è anche ibridata con l’Intelligenza Artificiale. La CEO lo dichiara candidamente: prende decisioni critiche affidandosi a riassunti automatizzati di documenti, chiede al suo “copilota” digitale cosa fare, cosa è urgente, cosa dire. Un’intelligenza artificiale non eletta che partecipa ora alla governance sanitaria planetaria.
E se non bastasse, ci parlano con entusiasmo della "GAVI AI Initiative", un programma che utilizzerà l’intelligenza artificiale per mappare bambini non vaccinati, automatizzare la logistica, predire epidemie e intervenire.
In altre parole: una profilazione sanitaria di massa gestita da una struttura non statale, finanziata da fondi privati, con accesso diretto alle decisioni pubbliche.
E per il futuro? Il grande obiettivo è raggiungere 500 milioni di bambini in sei anni. Più velocemente, più diffusamente, più profondamente. Più vaccini, più dati, più controllo. Tutto sotto la bandiera della "sicurezza sanitaria".
Ma sicurezza per chi?
Per i popoli del mondo, o per un’élite che usa la sanità globale come cavallo di Troia per consolidare potere e sorveglianza?
Chi decide se una crisi è reale? Chi controlla i dati? Chi controlla le voci discordanti?
La retorica è chiara: non c'è spazio per competizione, non c'è spazio per i dubbi, non c'è spazio per gli ego.
Ma forse, più che ego, a preoccuparli davvero sono le coscienze libere.
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