RELIGIONE DIGITALE: LA TRAPPOLA FINALE
RELIGIONE DIGITALE: LA TRAPPOLA FINALE
1. Introduzione: la grande arapuca globale
In questa lezione ho voluto mettere in luce quella che considero la trappola finale contro di noi: un progetto globale di schiavitù digitale camuffato da progresso tecnologico e salute pubblica. Il pretesto parte dall’idea di Robert F. Kennedy Jr., attuale Segretario alla Salute negli Stati Uniti, che ha proposto dispositivi wearable obbligatori per tutti. Un’iniziativa che, sotto la maschera di tutela sanitaria, rischia di trasformarsi nel cavallo di Troia più subdolo di sempre.
2. Il cavallo di Troia moderno
Ho spiegato come Kennedy Jr. sia diventato per molti un simbolo di tradimento: promesso difensore della gente comune contro le multinazionali, oggi porta avanti un piano di controllo di massa. Questo è, a mio avviso, un segnale: ciò che accade ora negli Stati Uniti arriverà presto anche da noi. È un copione già scritto, un inganno mascherato da innovazione.
3. Wearables: i nuovi grilhões
I dispositivi wearable non sono semplici orologi intelligenti o sensori di salute. Ho dimostrato come essi stiano diventando le nuove catene digitali. Oggi il corpo umano, monitorato in tempo reale, diventa garanzia per debiti e prestiti: la persona stessa si trasforma in un asset. Non è un’ipotesi lontana: chi non rispetta le regole rischia di essere disattivato o bloccato dal sistema. È la versione aggiornata delle catene di ferro: invisibili, ma sempre più strette.
4. Palantir: il cervello della sorveglianza
Ho portato l’esempio di Palantir Technologies, azienda leader nell’analisi dei big data. Durante la pandemia, Palantir ha già collaborato con governi per monitorare la popolazione. I suoi sistemi Gotham e Foundry possono incrociare dati biometrici, finanziari e comportamentali. Questo crea un panopticon digitale globale: una prigione invisibile in cui ogni nostro movimento diventa un dato venduto e monetizzato.
5. Le radici storiche: dalla schiavitù classica a quella digitale
Ho collegato questa realtà alla storia: la schiavitù tradizionale si basava sul controllo fisico dei corpi. Ma, come ho ricordato attraverso l’esempio della Rivoluzione haitiana, quel sistema falliva perché non poteva garantire una sorveglianza perfetta. Oggi la tecnologia colma queste falle: nessuno può scappare, nessuno può ribellarsi senza essere individuato.
6. La lente teorica: biopoder, sorveglianza liquida e rete globale
Per interpretare questa mutazione, ho richiamato i concetti di Michel Foucault sul biopoder: il controllo della vita stessa. Ho ricordato Shoshana Zuboff e il “capitalismo della sorveglianza”, dove le Big Tech trasformano la nostra privacy in profitti. Ho spiegato la “vigilanza liquida” di Bauman, un controllo fluido e invisibile, e la “società in rete” di Manuel Castells, in cui le infrastrutture digitali diventano gabbie di controllo globale.
7. La psicoistoria applicata: prevedere e gestire le masse
Ho ripreso la psicoistoria di Isaac Asimov e la versione reale, la predictive history, per mostrare come l’intelligenza artificiale e i big data possano prevedere comportamenti di massa. Ho sottolineato come oggi questo sistema analizzi ogni click, battito cardiaco, messaggio o geolocalizzazione, modellando le nostre scelte come un gas in un contenitore. Niente più imprevisti, nessuna rivoluzione haitiana.
8. Come ci rendono complici: la schiavitù accettata
Ho spiegato come questa nuova schiavitù non verrà imposta con la forza, ma accettata. Ho descritto i 4 meccanismi di manipolazione:
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Design persuasivo: interfacce studiate per farci cedere dati senza pensarci.
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Manipolazione algoritmica: esperienze personalizzate che ci rendono prevedibili.
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Normalizzazione culturale: sorveglianza vista come cosa “normale”.
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Retorica della convenienza: ci vendono la vigilanza come comfort, sicurezza, benessere.
9. La prospettiva finale: “Non possiederai nulla”
Ho avvertito come tutto questo porterà a un reset globale: la classe media verrà spinta verso una dipendenza totale da una “mesada” statale, perdendo la possibilità di autosostenersi. Lo schema è già delineato dal Forum Economico Mondiale con il mantra: “Non possiederai nulla e sarai felice”.
10. Conclusione: prepararsi per non cedere
Ho chiuso la mia lezione invitando chiunque a non farsi trovare impreparato. Dobbiamo osservare, orientarci, decidere e agire. Salvare le fonti, studiare, confrontare, discutere: solo così possiamo rifiutare di diventare “merce umana” in una nuova piantagione globale. La libertà richiede conoscenza, vigilanza e azione.
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