Relazione critica sullo speech di Maurizio Romani sull’obbligatorietà vaccinale (MEDICO E POLITICO)

Lo speech di Maurizio Romani sull’obbligatorietà vaccinale





1. Contesto e obiettivo dell’intervento

Lo speech è stato pronunciato in un contesto istituzionale e si rivolge ai colleghi parlamentari per esprimere una posizione critica e argomentata sul decreto che introduce l’obbligo di 10-12 vaccinazioni per i bambini da 0 a 16 anni. L’obiettivo principale è evidenziare i rischi scientifici, etici, sociali e giuridici di tale obbligo, difendendo la libertà di scelta consapevole.


2. La protesta non è “No-Vax” ma per la libera scelta

Romani contesta l’etichettatura di chi manifesta come “No-Vax”. Sostiene che le persone in piazza chiedono principalmente la possibilità di scegliere liberamente, sottolineando come l’obbligo possa trasformare i cittadini dubbiosi in scettici, alimentando sfiducia nello Stato e nei provvedimenti sanitari.


3. Analisi scientifica dei singoli vaccini

Nel cuore del suo intervento, Romani argomenta che per molti vaccini l’obbligo non ha una giustificazione coerente con la protezione della salute pubblica. Vengono citati vari esempi:

  • Polio Virus Inattivato (IPV): non previene la trasmissione del virus selvaggio; l’eradicazione è attribuita all’uso del vaccino orale OPV, poi sostituito per motivi di sicurezza.

  • Tetano: non è malattia contagiosa, quindi la vaccinazione ha solo valore di protezione individuale.

  • Difterite: il vaccino toxoid non previene la colonizzazione del batterio, ma solo i sintomi.

  • Pertosse acellulare: studi su primati e dati CDC indicano che non previene colonizzazione e trasmissione; anzi, i vaccinati possono risultare più contagiosi.

  • Hemofilus Influenzae B: protegge solo dal tipo B, ma la diffusione di altri ceppi rende la copertura parziale.

  • Epatite B: si trasmette solo tramite sangue o comportamenti a rischio, quindi l’obbligo per i bambini sani non contribuisce alla sicurezza degli spazi pubblici.

  • Morbillo: Romani cita studi che documentano epidemie anche in popolazioni con coperture vaccinali superiori al 95%, a causa di soggetti “low responders” che restano suscettibili.


4. Riferimenti giuridici

Un passaggio cruciale dello speech è dedicato alla sentenza della Corte Europea di Giustizia, che stabilisce che non serve prova medico-scientifica certa per riconoscere un nesso di causalità tra vaccino e patologia: sono sufficienti indizi gravi, precisi e concordanti. Ciò potrebbe generare un forte aumento dei contenziosi risarcitori in caso di danni da vaccino.


5. Impatti sul rapporto medico-paziente

Romani sottolinea come un provvedimento coercitivo mina la fiducia, pilastro del rapporto medico-paziente. La scelta vaccinale dovrebbe basarsi su un dialogo trasparente, completo di informazioni anche sui possibili eventi avversi, evitando di trasformare le vaccinazioni facoltative in obbligatorie senza possibilità di diagnostica pre-vaccinale.


6. Dati sulle reazioni avverse

A supporto delle proprie tesi, Romani ricorda che solo per l’esavalente, nel 2013, l’AIFA ha registrato 1.343 reazioni avverse, di cui 141 gravi. Ricorda inoltre che le reazioni avverse ai farmaci, secondo dati 2008, rappresentano la quinta causa di mortalità ospedaliera in Europa.


7. Critica all’assenza di studi preliminari

Viene contestata l’assenza di studi scientifici precedenti sulla somministrazione contemporanea di 10-12 vaccinazioni obbligatorie a tutta la popolazione pediatrica. Questo, secondo Romani, equivale a una “sperimentazione di massa” i cui effetti potranno essere valutati solo a posteriori.


8. Diffidenza verso lo Stato e le case farmaceutiche

Romani amplia l’analisi con considerazioni socio-politiche: evidenzia come la diffidenza verso lo Stato e l’industria farmaceutica sia cresciuta anche a causa di scandali come la falsificazione dei dati sugli oppioidi negli Stati Uniti, che ha portato a oltre 60.000 decessi nel 2016.


9. Critica del clima di dibattito e degli attacchi personali

Nel finale, Romani condanna l’atteggiamento di alcuni scienziati, in particolare Roberto Burioni, accusato di insultare i cittadini sui social. Ribadisce che la scienza non può essere imposta come dogma, ma deve restare aperta al confronto democratico.


10. Conclusione

In chiusura, Romani dichiara di non essere “No-Vax”, ma di sostenere il principio di una medicina basata sulla scelta informata e sulla fiducia reciproca. Lancia un appello affinché lo Stato promuova la partecipazione, la trasparenza e la ricerca di vaccini più sicuri, piuttosto che imporre obblighi generalizzati senza solide basi scientifiche.


Dati principali estratti

  • Vaccinazioni obbligatorie: 10-12 vaccini, fascia 0-16 anni.

  • Reazioni avverse esavalente AIFA 2013: 1.343 casi totali, 141 gravi.

  • Morti da oppioidi negli USA (2016): oltre 60.000.

  • Sentenza Corte Europea: sufficienti indizi per nesso vaccino-malattia.

  • Bibliografia PubMed: migliaia di articoli su tossicità ed effetti collaterali dei vaccini.


Sintesi finale

Lo speech si configura come un intervento complesso e articolato, che unisce argomentazioni medico-scientifiche, giuridiche, etiche e sociali per contestare l’obbligo vaccinale generalizzato. L’autore chiede maggiore trasparenza, rispetto per la libertà di scelta e investimenti in ricerca per vaccini più efficaci, nel pieno rispetto del rapporto di fiducia tra medico e paziente.

CHI E' MAURIZIO ROMANI

 DOTTORE Maurizio Romani, ex Senatore della Repubblica Italiana, medico chirurgo specializzato in medicina non convenzionale (omeopatia, omotossicologia) e già Vicepresidente della 12ª Commissione Igiene e Sanità del Senato it.wikipedia.org+14it.wikipedia.org+14movimento3v.it+14.

Profilo sintetico:

In sintesi, Romani è un medico e politico con una solida preparazione clinica e istituzionale, particolarmente attivo su temi sanitari, libertà terapeutica e obbligo vaccinale.

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