L’Unione Europea e il paradosso dell’inconsistenza: più summit, meno potere

 

L’Unione Europea e il paradosso dell’inconsistenza: più summit, meno potere

Un fiume di parole, un mare di inefficacia

L’Unione Europea sembra essere instancabile nel produrre dichiarazioni e organizzare vertici sul conflitto in Ucraina. Ogni giorno porta con sé nuove prese di posizione, nuove riunioni e nuovi summit, ma il risultato concreto è sempre lo stesso: un’Europa incapace di influenzare realmente gli eventi. Ma perché l’UE parla così tanto senza riuscire a contare? La risposta sta in una dinamica di potere ben nota nella storia politica: chi ha il potere reale tende a parlare poco, chi invece ne ha poco o nessuno compensa con l’iperattività verbale e diplomatica.

Il potere non ha bisogno di parlare

La storia politica offre esempi lampanti di questa legge non scritta. Giulio Andreotti, per esempio, era famoso per la sua parsimonia nelle parole. Non si sarebbe mai scomodato a discutere con un politico di rango inferiore, né avrebbe perso tempo in sterili polemiche: il suo potere gli permetteva di agire, non solo di parlare. Il rapporto tra potere e loquacità è spesso inversamente proporzionale: più una persona o un’entità è influente, meno ha bisogno di manifestarlo attraverso dichiarazioni continue.

L’Unione Europea, al contrario, sembra compensare la sua scarsa incisività con un diluvio di dichiarazioni e incontri, segno evidente della sua impotenza nel contesto geopolitico attuale.

Le tre risorse che l’UE non ha

Per influenzare realmente la guerra in Ucraina servono tre elementi fondamentali:

  1. Un arsenale militare imponente – La guerra ha mostrato che i Paesi europei sono militarmente deboli rispetto alle grandi potenze globali. L’UE non dispone di un esercito comune né di una capacità bellica in grado di impensierire la Russia.
  2. Risorse economiche illimitate – Per sostenere un conflitto prolungato servono enormi risorse finanziarie, ma con la Germania in recessione e molti Paesi in difficoltà economica, l’UE non ha la forza per finanziare una guerra su larga scala.
  3. Unità politica e strategica – I Paesi membri dell’UE sono divisi su molte questioni, compresa la strategia da adottare contro la Russia. Senza una linea comune, l’azione europea resta frammentata e inefficace.

Questi limiti sono stati evidenti nell’ultimo summit di Londra, presieduto da Keir Starmer, che si è rivelato un fallimento clamoroso. La proposta di un contingente anglo-francese in Ucraina è stata immediatamente smontata dalla dichiarazione di Vladimir Putin, che si è opposto all’idea, mettendo in ridicolo l’iniziativa europea.

Il declino europeo e i paralleli storici

Non è la prima volta nella storia che una civiltà si trova in una posizione di irrilevanza di fronte a un’altra potenza. Un caso emblematico è quello della Cina durante le Guerre dell’Oppio (1839-1842 e 1856-1860), quando il Paese asiatico si trovò impotente di fronte alla superiorità militare e strategica delle potenze occidentali, in particolare della Gran Bretagna. Oggi, l’Europa sta vivendo una situazione simile nei confronti della Russia: nonostante le dichiarazioni e i tentativi di influenza, resta sostanzialmente spettatrice degli eventi.

La paura dell’atomica e l’umiliazione diplomatica

Un ulteriore elemento di debolezza dell’Europa è la sua vulnerabilità di fronte all’arsenale nucleare russo. Nel giugno 2023, Putin ha trasferito testate nucleari in Bielorussia, dichiarando apertamente la sua disponibilità a usarle se necessario. L’Europa, con forze nucleari limitate (270 testate per la Francia, 220 per il Regno Unito, senza missili ipersonici), non ha mai potuto rispondere con la stessa determinazione.

L’influenza degli Stati Uniti resta decisiva, ma Washington non ha alcuna intenzione di rischiare un conflitto nucleare con la Russia per l’Ucraina. Questo scenario è stato reso ancora più evidente dall’umiliazione subita da Keir Starmer durante l’incontro con Donald Trump alla Casa Bianca il 27 febbraio 2025. Alla domanda diretta di Trump, “Sei in grado di fronteggiare la Russia con le tue sole forze?”, il primo ministro britannico è rimasto senza parole, consapevole che il Regno Unito da solo non avrebbe alcuna possibilità di contrastare Mosca.

L’illusione dei summit e l’evidenza dell’irrilevanza

L’Unione Europea continua a organizzare summit, ma questi incontri non fanno altro che evidenziare la sua irrilevanza. Ogni nuova riunione è un’ammissione implicita di debolezza: più l’UE cerca di dimostrare la propria influenza, più risulta evidente la sua mancanza di potere reale.

Se l’Europa vuole davvero contare qualcosa nello scenario geopolitico attuale, deve superare la sua frammentazione politica, investire seriamente nella difesa comune e, soprattutto, agire con coerenza e determinazione, anziché limitarsi a dichiarazioni e vertici privi di conseguenze.

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