GENOVA, LA CITTÀ DA 15 MINUTI PRESENTATA COME UN'UTOPIA

 GENOVA CITTÀ DA 15 MINUTI: IL NUOVO PIANO URBANISTICO


Anche Genova si è allineata al totalitarismo smart e digitale. L'amministrazione comunale propaganda il modello della città a 15 minuti senza spiegarlo adeguatamente ai cittadini e presentandolo come una sorta di paese dei Balocchi.

1) LA CITTÀ DA 15 MINUTI PRESENTATA COME UN'UTOPIA

Il nuovo piano urbanistico comunale di Genova si ispira direttamente al modello della città da 15 minuti, che è il principio guida dell'intero piano e che ingloba in se 4 linee guida: innanzitutto Genova smart, che avrà come obiettivo la digitalizzazione, Genova green che avrà come obiettivo proprio la transizione ecologica, Genova blue che si focalizza sulla relazione tra porto e città e infine Genova friendly il cui obiettivo è l'aumento della sicurezza urbana. La città da 15 minuti non viene soltanto presentata come modello per i trasporti, ma anche per la coesione sociale. L'assessore Mascia infatti dichiara che il modello da 15 minuti servirà per soddisfare i bisogni dei cittadini nel minor tempo possibile, facendo passare l'idea che se un bisogno viene soddisfatto dopo un certo tempo, questo non è in realtà soddisfatto. L'idea è che le persone debbano trovare a 15 minuti tutti i servizi che necessitano, così da non doversi spostare troppo nella città.
Sul sito del comune di Genova è aggiunto che questo piano fa parte della visione Genova 2050 ed è coerente con le linee politiche di mandato.

2) COSA C'È DAVVERO DIETRO LA CITTÀ DA 15 MINUTI

L'assessore utilizza termini fuorvianti e volutamente vaghi per spiegare il concetto di città da 15 minuti senza entrare nel concreto fermandosi ad una descrizione astratta e utopica. In realtà il piano della città da 15 minuti nasce per rendere le città dei carceri a cielo aperto divisi in ghetti con lo scopo di introdurre videosorveglianza di massa e ostacolare il più possibile gli spostamenti delle persone. In questo post ho esaminato i casi all'estero in cui alcune città sono state trasformate in città da 15 minuti, tutte avevano in comune il massiccio impiego di telecamere con IA e l'uso di autocertificazioni o lasciapassare in stile farsa pandemica per spostarsi al di fuori del proprio quartiere, di fatto le città da 15 minuti introducono delle zone rosse permanenti. Il modello delle città a 15 minuti è fortemente promosso dal WEF, e come dicono loro sul loro articolo, è "un'idea urbana che emerge dalla pandemia" che quindi serve per propagandare la folle idea che se le città vengono divise in ghetti, si prevengono le pandemie perché si limitano i contagi. Assieme a questa follia delirante provax e covidiota si aggiunge anche la crociata ambientalista contro la mobilità privata, che oltre al folle limite a 30km/h per le automobili, implementa la psicotica vision zero il cui scopo è azzerare il numero di incidenti stradali e di morti in strada limitando fortemente l'uso delle automobili e creando intere zone nelle città dove queste ultime sono vietate. In un articolo sul sito dell'ideatore del 15 minutes city project viene infatti mostrata la differenza tra mobilità e accesso. Quest'ultimo sostiene che invece di avere la libertà di muoverci per le città, le amministrazioni comunali devono ammassare tutti i servizi nei quartieri e non investire nella costruzione di nuove strade. In questo modo si potrà ridurre il numero di macchine in circolazione.

CONCLUSIONI

Le persone non sono fatte per vivere in gabbie da 15 minuti, e progetti del genere non possono essere implementati senza delle costrizioni. Infatti anche con una nuova pianificazione urbana, le persone continuerebbero a spostarsi come prima e ignorerebbero le suddivisioni. Per questo, per far vivere le persone in modo innaturale, dovranno imporre in qualche modo la limitazione degli spostamenti. L'assessore di Genova nel presentare questi piani sostiene di mettere al centro gli interessi delle persone, ma non dovete crederci, dicono tutti così. Lo fanno solo per le loro ideologie malate e i loro folli piani di sottomissione e dominio.


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