PIANO DI EMERGENZA ESTERNA Stabilimento SNAM FSRU ITALIA Srl : ANALISI
Analisi del Piano di Emergenza Esterna
PIANO DI EMERGENZA ESTERNA
Stabilimento SNAM FSRU ITALIA Srl
Codice Identificativo IT\NI090
Banchina Est Porto di Piombino (LI)
SEZIONI
Ecco un'analisi dettagliata divisa per paragrafi:
PRIMO DOCUMENTO:
1. Definizione degli Stati di Emergenza
Criticità: La descrizione degli stati di emergenza (attenzione, preallarme, emergenza) non è sempre chiara e presenta sovrapposizioni nelle responsabilità tra enti diversi. Ad esempio, il Prefetto ha il compito di dichiarare il cessato allarme, ma manca una definizione chiara delle condizioni che giustificano tale dichiarazione.
Incongruenza: Alcuni passaggi sembrano contraddittori: si afferma che lo stato di preallarme non coinvolge l’esterno dello stabilimento, ma si specifica che l’informazione deve comunque essere data a diverse autorità (VV.F., Prefetto, Sindaco, ecc.), generando potenziale confusione.
2. Scenario incidentale e rischio idraulico
Problema: Il documento evidenzia il rischio idraulico in alcune zone, come le pianure alluvionali e i bacini idrografici minori, ma non specifica misure preventive concrete. Manca un'analisi dettagliata di come l’infrastruttura locale potrebbe essere impattata e quali piani di emergenza alternativi sono previsti in caso di alluvione.
Criticità: Il reticolo idraulico viene indicato come inefficiente, ma non ci sono misure di compensazione per affrontare gli effetti di un eventuale evento meteorico intenso.
3. Sistema di allarme e comunicazioni
Incoerenza: Si descrive un sistema di allarme con sirene, megafoni e comunicazioni via radio, ma manca un piano di backup in caso di guasto dei sistemi di comunicazione interni ed esterni. Non si fa menzione di procedure per la gestione di blackout o per la ridondanza dei sistemi di segnalazione.
Criticità: La decisione sull’attivazione dell’allarme è affidata esclusivamente al Master della FSRU o al Chief Officer, senza menzionare un protocollo di supervisione esterno per garantire un doppio controllo.
4. Coordinamento tra enti e procedure operative
Problema: Manca una chiara definizione della catena di comando in caso di emergenza. Si fa riferimento a diversi soggetti (Prefetto, Sindaco, Vigili del Fuoco, Capitaneria di Porto), ma il loro coordinamento non è ben strutturato. Ad esempio, si dice che il Prefetto può attivare il CCS (Centro di Coordinamento Soccorsi), ma non viene definito un tempo massimo entro cui questo deve avvenire.
Incongruenza: La descrizione delle procedure di comunicazione tra i soggetti coinvolti è dispersiva, rendendo difficile capire chi deve comunicare cosa e con quali modalità.
5. Definizione delle zone di emergenza e viabilità
Criticità: Non è chiaro come viene gestita la viabilità di emergenza in caso di necessità di evacuazione. Si menzionano percorsi dedicati ai mezzi di soccorso, ma non viene specificato come questi verranno mantenuti liberi o chi sarà responsabile della loro gestione operativa.
Problema: La definizione delle zone di soccorso non è sempre coerente. Il documento afferma che la "zona di sicuro impatto" può essere modificata dal Direttore Tecnico dei Soccorsi in base alle condizioni contingenti, ma non spiega quali parametri devono essere considerati per questa modifica.
6. Sperimentazione del piano di emergenza
Mancanza: Il documento prevede la sperimentazione del piano ogni tre anni, ma non include dettagli su come queste simulazioni verranno effettuate, chi le supervisionerà e quali criteri verranno usati per valutarne l’efficacia.
Problema: Non vengono indicati piani di aggiornamento continuo basati sui risultati delle esercitazioni, rendendo il piano statico e poco flessibile nel lungo termine.
Conclusione
Il piano contiene informazioni dettagliate ma presenta diverse criticità, tra cui una gestione poco chiara della catena di comando, problemi nella definizione delle procedure di comunicazione e lacune nella gestione della viabilità e delle emergenze idrauliche.
https://prefettura.interno.gov.it/it/prefetture/livorno/bozza-piano-emergenza-esterna-stabilimento-snam-fsru-italia-srl
SECONDO DOCUMENTO:
ALLEGATO 2 – TIPOLOGIA DI MESSAGGI PER L’ATTIVAZIONE E GESTIONE DEL PEE
Criticità e problemi
Mancanza di procedure di verifica per l’invio dei messaggi
- Non viene specificato un meccanismo di verifica incrociata per garantire che tutti gli enti coinvolti abbiano ricevuto e compreso i messaggi.
- L’uso esclusivo delle email per la comunicazione non è sufficiente in situazioni di emergenza, dove potrebbero verificarsi interruzioni di rete.
Ambiguità nei destinatari dei messaggi
- Si fa riferimento a una lista di enti destinatari (Prefettura, Vigili del Fuoco, Questura, Comuni, ecc.), ma non viene chiarito chi è responsabile della ricezione e dell’attuazione delle disposizioni contenute nei messaggi.
Mancanza di dettagli sui tempi di risposta
- Non è specificato un tempo massimo entro cui i destinatari devono rispondere o attuare le misure richieste.
Assenza di un protocollo alternativo in caso di guasti
- Non viene menzionato cosa accade se il sistema IT-ALERT o le email non funzionano.
ALLEGATO 3 – COMPITI E FUNZIONI SPECIFICHE DEI VARI ENTI E STRUTTURE
Criticità generali
Mancanza di un coordinamento chiaro tra gli enti
- Il documento elenca dettagliatamente i compiti della Prefettura, delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco, del Comune di Piombino, ecc., ma non chiarisce chi ha la responsabilità ultima nelle decisioni in caso di disaccordo tra gli enti.
- Non è previsto un meccanismo per risolvere eventuali conflitti di competenza.
Ripetitività e ridondanza
- Molte sezioni ripetono concetti già espressi in altre parti del documento senza aggiungere dettagli operativi concreti.
Prefettura
- Problema: Viene specificato che il Prefetto dichiara lo stato di emergenza e si occupa del coordinamento, ma non sono elencati criteri chiari per dichiarare il "cessato allarme".
- Mancanza: Non è prevista una fase di valutazione post-evento per analizzare eventuali falle nel piano e migliorarlo.
Provincia di Livorno
- Incongruenza: Si afferma che la Provincia supporta il Comune di Piombino e la Prefettura, ma non è chiaro in quali situazioni abbia un ruolo attivo e in quali si limita a fornire supporto.
- Mancanza: Non viene menzionato un sistema di monitoraggio degli eventi minori che potrebbero precedere un incidente grave.
Comune di Piombino
- Problema: Si fa riferimento all'attivazione del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), ma non si specificano criteri chiari su quando deve essere attivato.
- Mancanza: Non è indicato se esiste un piano specifico per la gestione della popolazione turistica, che potrebbe non essere familiare con il piano di emergenza.
Comune di Campiglia Marittima
- Criticità: Il documento riconosce il possibile afflusso di turisti nella stazione di Campiglia Marittima, ma non descrive piani per la gestione di grandi numeri di persone in caso di evacuazione forzata.
ALLEGATO 4 – COMPITI DELLE FORZE DELL’ORDINE, VIGILI DEL FUOCO, SANITÀ, CAPITANERIA DI PORTO
Forze dell’Ordine
Problema di sovrapposizione di ruoli
- La Questura, il Comando Provinciale dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Municipale hanno ruoli simili nella gestione del traffico e nella sicurezza, ma non è chiarito chi prende decisioni in caso di emergenza.
- Non è previsto un protocollo per evitare ritardi dovuti alla necessità di coordinamento tra più forze.
Ambiguità nella gestione della viabilità
- Si menziona che le Forze dell’Ordine devono isolare la zona e regolare il traffico, ma non sono indicate strade di evacuazione prioritarie.
- Non si chiarisce come verrà garantita la circolazione dei mezzi di soccorso se le strade principali saranno congestionate.
Vigili del Fuoco
Mancanza di protocolli per emergenze con sostanze pericolose
- Sebbene il documento elenchi compiti relativi alla gestione di incendi e soccorsi, manca una strategia specifica per incidenti che coinvolgano il rilascio di gas o sostanze tossiche.
Assenza di piani per la protezione degli operatori
- Non si menzionano specifiche misure di sicurezza per il personale dei Vigili del Fuoco in caso di incidente con sostanze chimiche pericolose.
Servizio Sanitario 118
Problema di coordinamento con altre strutture sanitarie
- Il documento menziona l’invio di ambulanze e il coordinamento con gli ospedali, ma non si specifica come verrà deciso il trasferimento dei pazienti tra strutture in base alla gravità dell’incidente.
Mancanza di simulazioni e addestramenti periodici
- Non viene menzionata la necessità di esercitazioni per testare l’efficacia della risposta sanitaria in caso di incidente.
Capitaneria di Porto
Criticità nella gestione degli inquinamenti in mare
- Si prevede l’attivazione di un piano S.A.R. per la ricerca e il soccorso, ma non si specificano misure di contenimento immediato in caso di sversamenti di sostanze in mare.
Mancanza di strategie per gestire il blocco delle operazioni portuali
- Non è chiaro come verrà gestito il blocco temporaneo delle attività portuali in caso di emergenza e quali saranno gli effetti sulle operazioni commerciali e turistiche.
CONCLUSIONI GENERALI
Il documento fornisce una suddivisione chiara dei compiti tra i vari enti, ma presenta le seguenti problematiche principali:
- Mancanza di protocolli di backup per le comunicazioni in caso di guasto delle reti principali.
- Coordinamento poco chiaro tra enti in alcune situazioni critiche (gestione del traffico, evacuazione, decisioni operative).
- Assenza di criteri per dichiarare il cessato allarme e per valutare l’efficacia della risposta post-emergenza.
- Mancanza di strategie specifiche per eventi con sostanze pericolose, specialmente in mare.
- Scarsa attenzione alla popolazione turistica, che potrebbe non essere preparata in caso di emergenza.
Sarebbe opportuno rivedere il documento per garantire maggiore chiarezza nella catena di comando, nei protocolli di comunicazione e nella gestione delle emergenze complesse.
TERZO DOCUMENTO:
"Allegato 5.3 - Planimetria Top Event con elementi territoriali esposti al rischio", che contiene mappe delle conseguenze e ipotesi incidentali relative all’FSRU di Piombino. Ecco un'analisi dettagliata delle criticità e problemi riscontrati:
1. Mancanza di descrizione dettagliata degli scenari incidentali
- Criticità: Il documento presenta diverse ipotesi incidentali (es. perdita significativa di gas naturale liquefatto - GNL, flash fire, pool fire, UVCE), ma non fornisce una descrizione approfondita delle cause di queste perdite.
- Problema: Le ipotesi vengono illustrate con dati numerici e planimetrie, ma manca una spiegazione chiara delle condizioni operative e dei fattori di rischio che potrebbero scatenare gli eventi incidentali.
- Conseguenza: Senza un'adeguata analisi delle cause, è difficile predisporre misure di prevenzione efficaci.
2. Incoerenze nei dati di dispersione e impatto
- Problema: Nelle planimetrie relative agli scenari di perdita di GNL, le distanze di impatto variano significativamente tra gli eventi, ma non è sempre chiaro quali siano i parametri atmosferici considerati (velocità del vento, umidità, temperatura).
- Criticità: Non viene specificato se i dati di dispersione del gas e gli effetti del pool fire sono basati su modelli certificati o test reali.
- Conseguenza: L'assenza di riferimenti ai modelli utilizzati per il calcolo della dispersione potrebbe compromettere l'affidabilità delle previsioni di impatto.
3. Mancanza di misure di mitigazione per gli scenari peggiori
- Criticità: Il documento illustra gli effetti di eventi gravi come pool fire, flash fire e jet fire, ma non include misure specifiche di contenimento per ciascuno scenario.
- Problema: Non sono indicate strategie per il contenimento delle fiamme, la gestione delle evacuazioni o la protezione del personale in caso di evento catastrofico.
- Conseguenza: L’assenza di contromisure dettagliate rende il documento più un’analisi teorica che una guida operativa.
4. Assenza di valutazioni sugli impatti ambientali e sanitari
- Criticità: Non vengono analizzati gli effetti dei diversi tipi di incendi (flash fire, pool fire, UVCE) sulla qualità dell’aria e sull’ambiente marino circostante.
- Problema: Manca una valutazione dell’esposizione della popolazione a eventuali rilasci di gas tossici o esplosioni.
- Conseguenza: Senza queste valutazioni, il piano di emergenza potrebbe sottostimare i danni a lungo termine per la salute pubblica e l’ambiente.
5. Dati tecnici poco contestualizzati
- Problema: Il documento contiene dati numerici e distanze di impatto per le varie ipotesi incidentali, ma senza spiegazioni dettagliate su cosa questi numeri rappresentino in termini pratici.
- Criticità: Non viene fornito un confronto con normative internazionali o con standard di sicurezza applicabili.
- Conseguenza: La lettura dei dati è complessa per chi non ha una conoscenza approfondita della materia, rendendo difficile l’applicazione pratica.
6. Vulnerabilità della logistica portuale
- Criticità: Le planimetrie mostrano che gli incendi e le esplosioni potrebbero coinvolgere infrastrutture critiche come banchine, impianti di carico/scarico e linee di connessione alla rete nazionale.
- Problema: Non è chiaro come verranno protette queste strutture in caso di emergenza, specialmente considerando il rischio di propagazione dell’incendio tra la FSRU e la nave metaniera.
- Conseguenza: Un incidente grave potrebbe compromettere per lungo tempo l’operatività del porto e della catena di approvvigionamento del gas.
Conclusioni
Il documento offre un'analisi dettagliata delle conseguenze di eventi incidentali, ma presenta le seguenti lacune:
- Mancanza di descrizioni dettagliate delle cause degli incidenti, limitandosi a illustrarne le conseguenze.
- Incoerenza nei dati di dispersione e impatto, senza spiegazioni sui parametri utilizzati.
- Assenza di misure di mitigazione, rendendo il documento poco utile dal punto di vista operativo.
- Mancanza di valutazioni ambientali e sanitarie, aspetto critico per la gestione delle emergenze.
- Dati tecnici poco contestualizzati, rendendoli difficili da interpretare senza un background specifico.
- Vulnerabilità delle infrastrutture portuali, senza piani chiari per proteggere la logistica in caso di emergenza.
1. Incongruenze nei protocolli operativi e di emergenza
- Attivazione dei blocchi automatici e manuali: Il documento indica diverse modalità di attivazione del blocco automatico delle sezioni di rigassificazione, delle pompe di trasferimento e delle valvole di sezionamento. Tuttavia, non è chiaro in quali condizioni sia prioritario un intervento manuale rispetto a quello automatico. Questa ambiguità potrebbe ritardare le operazioni in caso di emergenza.
- Intervento operativo per condizioni meteo avverse: È previsto un intervento automatico del sistema di sgancio rapido delle manichette ERS in caso di condizioni meteorologiche avverse. Tuttavia, manca una descrizione delle soglie esatte che attiverebbero questo sistema e delle tempistiche di intervento.
2. Problemi legati alla gestione delle perdite di GNL e BOG
- Perdite significative lungo le linee di trasporto e distribuzione: Sono riportate molteplici perdite lungo le linee di mandata delle pompe LNG Feed, delle linee di caricamento serbatoi e delle linee di ritorno BOG. Tuttavia, le misure di contenimento sembrano standardizzate e non differenziate in base alla gravità dell’incidente.
- Tempi di intervento: Per diverse situazioni di emergenza, i tempi di intervento stimati variano da 37 a 144 secondi. Non è chiaro se questi valori siano compatibili con i tempi di dispersione del gas o con la propagazione di incendi in determinate condizioni atmosferiche.
- Effetti delle perdite di BOG: Le perdite di gas naturale bollente (BOG) da compressori e serbatoi FSRU sono riportate come eventi critici, ma mancano dati sulle conseguenze ambientali e sulla dispersione atmosferica del gas fuoriuscito.
3. Insufficienza nelle misure di sicurezza antincendio
- Protezione delle aree di travaso: Sono previste barriere d’acqua frazionata e monitori antincendio a polvere per raffreddamento e dispersione, ma il piano non indica se queste misure siano sufficienti per affrontare scenari di "pool fire" su larga scala.
- Dispositivi di protezione individuale: L'equipaggiamento antincendio prevede indumenti antifreddo e anticalore, ma non è chiaro se gli autoprotettori siano disponibili per tutti i membri della squadra di emergenza o solo per alcuni.
- Disponibilità dei rimorchiatori: È menzionata la presenza h24 di due rimorchiatori certificati FFQ1 per le operazioni di trasferimento del GNL, ma non si specifica se la loro potenza e capacità di intervento siano adeguate per eventuali fuoriuscite di grandi dimensioni.
4. Rischi connessi a esplosioni e incendi
- Proprietà esplosive del GNL e del BOG: Il documento indica che il gas naturale liquefatto è altamente infiammabile, ma non sono presenti dati precisi sui limiti inferiori e superiori di esplosività per tutte le condizioni operative.
- Scenario di "flash fire": Vengono riportati dati sulla dispersione di gas e sulla possibile accensione immediata in caso di rilascio accidentale. Tuttavia, il piano non include simulazioni dettagliate degli effetti termici e delle distanze di sicurezza per gli operatori e le strutture circostanti.
5. Mancanze nelle informazioni sulla stabilità chimica e reattività
- Reattività con altre sostanze: Non viene fornita una valutazione dettagliata sulle possibili reazioni pericolose del GNL con agenti ossidanti, solventi organici o altre sostanze presenti sul sito.
- Incertezza su parametri chimici fondamentali: Mancano dati certi su alcuni parametri fisici del GNL, come la pressione di vapore a 50°C, il limite inferiore di esplosività e la viscosità dinamica.
6. Problemi ambientali e di dispersione del gas
- Limitazione e controllo dell’esposizione ambientale: È indicato che il prodotto non deve essere disperso nell’ambiente, ma non si trovano dettagli sulle modalità di contenimento e neutralizzazione in caso di fuoriuscita accidentale.
- Assenza di studi di impatto ambientale: Non ci sono riferimenti a valutazioni ambientali specifiche sugli effetti del gas naturale disperso in acqua o aria nelle vicinanze dell'impianto.
Conclusione
Il piano di emergenza analizzato presenta una buona struttura generale, ma mostra diverse criticità che potrebbero compromettere l'efficacia degli interventi in caso di emergenza. Le principali aree di miglioramento riguardano:
- Chiarezza nei protocolli operativi, soprattutto nella gestione delle attivazioni automatiche e manuali dei sistemi di sicurezza.
- Maggiore precisione nei tempi di intervento e nell’analisi delle conseguenze di eventi critici.
- Rafforzamento delle misure di sicurezza antincendio, con particolare attenzione alla protezione degli operatori e alla disponibilità di attrezzature adeguate.
- Miglioramento dell’analisi dei rischi di esplosione e incendi, con simulazioni dettagliate e distanze di sicurezza chiare.
- Espansione delle informazioni sulla stabilità chimica e sulla dispersione ambientale del gas, includendo studi di impatto e strategie di mitigazione.
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