Ora lo sanno MILIONI di italiani. Ma non basta… La nostra denuncia sta avendo un impatto mediatico e politico enorme.

 

Siamo a un punto di svolta.

Sento che la vittoria non è mai stata così vicina e, allo stesso tempo, così a rischio.

Ti ricordi di Marlon Bundo?

La favola sul “coniglio gay” che il movimento LGBTQ porta nelle scuole per influenzare le menti dei nostri figli e nipoti?

Ci sono importanti novità.

La nostra denuncia sta avendo un impatto mediatico e politico enorme.

È stata ripresa da quotidiani nazionali come La Verità (decine di migliaia di copie vendute) che ha chiesto una mia dichiarazione.

Il video che ho postato sui social network per commentare questa assurda vicenda ha avuto finora oltre 200.000 visualizzazioni.

Ma abbiamo fatto arrivare la storia del “coniglio gay” anche in televisione: Canale 5 gli ha dedicato un lungo approfondimento.

Grazie alla nostra azione MILIONI di italiani sono venuti a conoscenza di questa vergogna, e di ciò che nasconde.

Ti rendi conto del potenziale?

È questo che intendo quando parlo di “pressione mediatica”: influenzare l’opinione pubblica. A nostro favore.

Giornali, televisioni, radio, siti web, social network che rilanciano le nostre campagne, le nostre denunce. I nostri valori.

Milioni di persone raggiunte, informate, sensibilizzate e… coinvolte in questa causa.

Ti rendi conto che con più aiuto potremmo moltiplicare la potenza delle nostre campagne, la pressione mediatica e il numero di persone coinvolte in questa causa epocale?

La pressione politica è stata ancora più forte di quella mediatica.

È dal primo giorno di legislatura che chiediamo al Governo (in particolare al Ministro dell’Istruzione) di mettere fine a questo scandalo.

Tu hai avuto un ruolo determinante, Agostino, soprattutto se hai firmato le petizioni che ci hanno permesso di parlare anche a nome tuo.

Di fronte all’ennesimo, gravissimo “caso Gender” che abbiamo denunciato, il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara non è più potuto restare silente, ammettendo pubblicamente la necessità di una legge che difenda la libertà educativa della famiglia.

Ma un titolo di giornale non ci basta.

Dobbiamo assicurarci che sia una legge seria, stringente, efficace. Definitiva.

Non uno specchietto per le allodole.

Sarebbe una presa in giro intollerabile.

C’è una data cruciale: 19 febbraio.

Quel giorno, mercoledì prossimo, presenteremo in conferenza stampa davanti al Parlamento la nostra proposta di legge: la proposta di legge delle famiglie, la parte lesa in questa brutta storia. 

Chiederemo al Governo di far propria la nostra proposta, perché è l’unica capace di risolvere davvero il problema, alla radice.

Nessuno sa come difendere al meglio la libertà educativa delle famiglie… meglio delle famiglie!

Ci daranno retta?

Dipende dalla forza che avremo.

Dalla forza che anche tu ci darai.

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