L'ultima scusa per schiavizzarci
“IL CONTANTE INQUINA”, L’ULTIMA SCUSA PER RENDERCI SCHIAVI
Il rapporto della Community Cashless Society, un'associazione finanziata da Visa, Mastercard e Intesa, è l'ennesimo atto di propaganda utile a far metabolizzare da parte dei cittadini l'abolizione del contante. Questo obiettivo va ben oltre le preoccupazioni dei politici italiani di destra che si limitano a denunciare la persecuzione fiscale. Eliminare il contante significherebbe esporre i cittadini ad un controllo totale dello Stato, delle banche e delle grandi aziende tecnologiche, ovvero l'organigramma globale della tecnocrazia neocomunista.
Deve essere detto: il valore del contante è insostituibile poiché rappresenta una forma di proprietà che non può essere discriminata. Nessuno può impedire a un individuo di utilizzarlo o possederlo, anche se le sue idee non sono gradite al sistema bancario o finanziario. Allo stesso modo nessuno dovrebbe permettersi di limitarne l'uso, come invece oggi accade regolarmente, sia per le transazioni sui servizi pubblici, che per i prelievi ATM etc. etc.
La moneta elettronica potrebbe sembrare una valida alternativa al contante, tuttavia ha il difetto di rendere i cittadini schiavi del sistema quando diventa obbligatoria e totale.
Se il contante fosse abolito, gli individui perderebbero l'ultima linea difensiva contro il potere oppressivo dello statalismo parassitario. Non sarebbe più possibile ritirare denaro dalle banche perché esso non esisterebbe più fisicamente. Inoltre, verrebbe meno anche la possibilità di conservarlo fuori dal sistema finanziario senza essere sotto controllo costante da parte dello Stato e delle banche.
L'abolizione del contante avrebbe anche delle conseguenze negative sulla libertà individuale. Il sistema potrebbe tracciare facilmente ogni movimento delle persone e inserire i loro gusti e luoghi frequentati in un'enorme banca dati, rendendo impossibile garantirne un uso non criminale una volta creata. Non solo, come abbiamo spiegato tante altre volte, una valuta digitale può esattamente essere programmata per imporre a monte ed individualmente come, dove, quanto ed entro quando spenderla, in maniera granulare e spettralmente efficiente.
Ed è proprio per questi motivi che la "lotta all'evasione fiscale" viene strumentalizzata per imporre ulteriori restrizioni alla libertà. Il popolo deve ribellarsi a questi scellerati programmi, reimparando (parliamo in particolar modo degli italiani) ad esercitare il senso logico, la ricerca della verità ed ad esprimere le proprie preoccupazioni attraverso canali democratici come il voto, l'associazionismo, il web, il dialogo aperto e la partecipazione civica per creare un sistema che rispetti sia l'innovazione che i diritti individuali.
La tassazione del contante è un'idea folle che va contro il diritto naturale di possedere il frutto del proprio lavoro. Pagare le tasse è una concessione fatta dal cittadino allo Stato, non viceversa. Dobbiamo invertire questa concezione sbagliata e sbarazzarci di una burocrazia smisurata che lavora contro i nostri diritti.
La questione fondamentale è che sembra esserci la convinzione errata che sia un diritto divino dello Stato tassare i cittadini, quando in realtà è il popolo stesso a concedere tale facoltà allo Stato in cambio di servizi. Bisogna uscire da questo paradigma perverso in cui viviamo, dove lo Stato parassita la ricchezza prodotta dai cittadini per favorire le sue clientele. Non viviamo in una democrazia, ma in una parassitocrazia.
Condividete, grazie.
Il rapporto della Community Cashless Society, un'associazione finanziata da Visa, Mastercard e Intesa, è l'ennesimo atto di propaganda utile a far metabolizzare da parte dei cittadini l'abolizione del contante. Questo obiettivo va ben oltre le preoccupazioni dei politici italiani di destra che si limitano a denunciare la persecuzione fiscale. Eliminare il contante significherebbe esporre i cittadini ad un controllo totale dello Stato, delle banche e delle grandi aziende tecnologiche, ovvero l'organigramma globale della tecnocrazia neocomunista.
Deve essere detto: il valore del contante è insostituibile poiché rappresenta una forma di proprietà che non può essere discriminata. Nessuno può impedire a un individuo di utilizzarlo o possederlo, anche se le sue idee non sono gradite al sistema bancario o finanziario. Allo stesso modo nessuno dovrebbe permettersi di limitarne l'uso, come invece oggi accade regolarmente, sia per le transazioni sui servizi pubblici, che per i prelievi ATM etc. etc.
La moneta elettronica potrebbe sembrare una valida alternativa al contante, tuttavia ha il difetto di rendere i cittadini schiavi del sistema quando diventa obbligatoria e totale.
Se il contante fosse abolito, gli individui perderebbero l'ultima linea difensiva contro il potere oppressivo dello statalismo parassitario. Non sarebbe più possibile ritirare denaro dalle banche perché esso non esisterebbe più fisicamente. Inoltre, verrebbe meno anche la possibilità di conservarlo fuori dal sistema finanziario senza essere sotto controllo costante da parte dello Stato e delle banche.
L'abolizione del contante avrebbe anche delle conseguenze negative sulla libertà individuale. Il sistema potrebbe tracciare facilmente ogni movimento delle persone e inserire i loro gusti e luoghi frequentati in un'enorme banca dati, rendendo impossibile garantirne un uso non criminale una volta creata. Non solo, come abbiamo spiegato tante altre volte, una valuta digitale può esattamente essere programmata per imporre a monte ed individualmente come, dove, quanto ed entro quando spenderla, in maniera granulare e spettralmente efficiente.
Ed è proprio per questi motivi che la "lotta all'evasione fiscale" viene strumentalizzata per imporre ulteriori restrizioni alla libertà. Il popolo deve ribellarsi a questi scellerati programmi, reimparando (parliamo in particolar modo degli italiani) ad esercitare il senso logico, la ricerca della verità ed ad esprimere le proprie preoccupazioni attraverso canali democratici come il voto, l'associazionismo, il web, il dialogo aperto e la partecipazione civica per creare un sistema che rispetti sia l'innovazione che i diritti individuali.
La tassazione del contante è un'idea folle che va contro il diritto naturale di possedere il frutto del proprio lavoro. Pagare le tasse è una concessione fatta dal cittadino allo Stato, non viceversa. Dobbiamo invertire questa concezione sbagliata e sbarazzarci di una burocrazia smisurata che lavora contro i nostri diritti.
La questione fondamentale è che sembra esserci la convinzione errata che sia un diritto divino dello Stato tassare i cittadini, quando in realtà è il popolo stesso a concedere tale facoltà allo Stato in cambio di servizi. Bisogna uscire da questo paradigma perverso in cui viviamo, dove lo Stato parassita la ricchezza prodotta dai cittadini per favorire le sue clientele. Non viviamo in una democrazia, ma in una parassitocrazia.
Condividete, grazie.
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