È RIPARTITO IL TERRORISMO COVID?
È RIPARTITO IL TERRORISMO COVID
1) DISTRIBUZIONE MASCHERINE NELLE SCUOLE
Nel nuovo regime la distribuzione delle mascherine è un atto caritatevole e di premura che i presidi svolgono nei confronti degli alunni, e nel frattempo il regime invita a non preoccuparsi, dicendo che è tutto sotto controllo (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10). In tutti gli articoli, in molti direttamente nel titolo, sottolineano i "7 milioni" di studenti, il fine è evocare un numero grande che possa incutere paura e far considerare gli studenti come un veicolo di contagio, associando nei vari testi la cifra 7 milioni a "paura" e "preoccupazione", facendo passare i presidi come gli eroi che si occupano di lenire le paure degli studenti, e per esteso, degli italiani. Hanno cambiato strategia di terrorismo mediatico, ora mentre ti dicono di non allarmarti ti parlano di aumento dei contagi, di nuove varianti (1, 2, 3, 4) e maggior pericolo per i vaccinati, cercando però di mischiare messaggi terroristici e messaggi confortevoli, perché le persone sono stanche e non sopportano più una pura propaganda della paura.
2) MENZOGNE SUI TAMPONI
Il fine di è arrivare al tampone, lo strumento su cui si regge tutta la farsa pandemica. In modo subdolo la stampa igienica sta cercando di far passare l'idea di un ritorno del tampone obbligatorio negli ospedali (1, 2, 3, 4, 5, 6), a seguito di una circolare del ministero della salute che non è nemmeno stata firmata da Schillaci, ma da un sottoposto. La circolare dice chiaramente che il tampone è indicato per quei pazienti che hanno sintomi simili al covid o che dichiarano di aver avuto contatti stretti con persone che ne avevano, oppure per chi necessita di essere trasferito in un reparto "ad alto rischio". Infine, per ospiti che accedono a strutture sanitarie o socio-sanitarie con residenti a rischio. Indicato non significa obbligatorio perché una circolare non ha forza di legge, ma loro punteranno sulla pressione psicologica e sul ricatto di quanti si trovano in stato di necessità o di urgenza per estorcere con la forza quanti più tamponi possibili. Più tamponi riescono a fare, più contagi riescono a dichiarare con i falsi positivi, più potranno fare circolari varie con lo scopo di estendere il tampone anche ad altri usi. È un feedback positivo che va stroncato sul nascere. L'autore della circolare ha dichiarato che non serve preoccuparsi, ma basta prudenza e "senso di responsabilità", inserrendosi nella narrativa dissociata del "ti terrorizzo dolcemente".
3) LA DITTATURA CON IL SORRISO
Si tratta di comunicazione paradossale, che consiste nell'affermare due proposizioni diverse su due livelli linguistici differenti, e in questo caso vi è un contrasto tra la parte locutoria e quella illocutoria dell'atto linguistico. Nel lato illocutorio si invita alla calma, al non allarmarsi, si utilizza la retorica della premura e della protezione, mentre nel lato locutorio si fa terrorismo parlando di contagi, nuove varianti, tamponi obbligatori, si parla di paura e di preoccupazione. Questa dissociazione è un meccanismo molto potente: se qualcuno prova a far notare le implicazioni terroristiche dei loro discorsi e le loro palesi menzogne, si spostano sul lato illocutorio e rispondono che loro stanno invitando alla calma e alla prudenza, che "il periodo degli obblighi è finito".
Se si rifiuta la retorica della protezione, proiettano sul dissidente la retorica del "figlio ingrato" che rifiuta un amorevole forma di interessamento e tutela da parte delle istituzioni.
CONCLUSIONI
La comunicazione dissociata e l'autoridicolizzazione sono due (relativamente) nuove tecniche di propaganda del sistema. Quest'ultima serve per neutralizzare satira e ironia, e si aggiunge alla precedente con l'obiettivo di creare un'immagine del potere goffo, innocuo, che vuole il nostro bene e attivi l'immagine del "nonno" (si pensi a Biden), per porre il dissidente nella posizione del "cattivo" nel caso si azzardasse a criticare una figura così "buona".
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