L'EUROPEAN MEDIA FREEDOM ACT: IL CONTROLLO DEL GIORNALISMO
L'EUROPEAN MEDIA FREEDOM ACT: IL CONTROLLO DEL GIORNALISMO
Con questa nuova direttiva UE si è raggiunto un livello di bipensiero mai toccato prima, poiché secondo l'UE la sorveglianza è libertà.
1) PRESENTAZIONE FUORVIANTE
Nella bozza del 2022, quando iniziarono a concepire questa regolamentazione, scrivevano che serviva per proteggere i giornalisti dagli abusi dei governi e che sarebbe servita per garantire una maggiore libertà di espressione e consentirgli senza ripercussioni di parlare male delle malefatte dei pezzi grossi. Si parla anche di focalizzarsi sul garantire l'indipendenza e il pluralismo editoriale, rafforzando anche la difesa per i diritti umani e impedendo le persecuzioni politiche o fatte attraverso il sistema legale nei confronti di giornalisti che espongono scandali di governi e multinazionali. Questa bozza però è una totale presa in giro. Diversi giornali (1, 2, 3, 4, 5, 6) si sono resi conto di un cambio di rotta repentino perché nella bozza pubblicata a giugno 2023 i toni sono completamente cambiati e si autorizza addirittura a spiare i giornalisti con dei virus informatici per ragioni di tutela della sicurezza nazionale. Questa modifica è stata voluta dalla Francia che ha appena approvato essa stessa una legge che consente di spiare i cittadini con i microfoni e le webcam dei dispositivi informatici, così come anche le perquisizioni notturne, assegnando ancora una volta a questo Paese il ruolo di apripista nel totalitarismo, ricordiamoci infatti che fu per primo la Francia a usare il green pass per vietare l'accesso ai locali.
2) CONTROLLO TOTALE DI GIORNALI E GIORNALISTI
Ma si tratta di molto di più di questo. La bozza ufficiale, che potete leggere cliccando qui, o scaricarla da questo sito, si propone di controllare ogni aspetto della vita dei giornalisti.
L'articolo 4,2a (pp.61-62) sostiene che i governi in presenza di un interesse pubblico e in accordo con una legge nazionale possono:
a) obbligare i giornalisti a rivelare l'identità delle loro fonti;
b) perquisire, detenere e sorvegliare i media services provider, lo staff editoriale o qualsiasi persona che possa identificare le fonti giornalistiche;
c) introdurre spyware non solo nei giornalisti, ma in chiunque sia in contatto con i media e i giornalisti stessi e possa essere utilizzato per ottenere una fonte giornalistica.
L'articolo 5,3 (pp.63) stabilisce che gli stati devono garantire fondi pubblici ai media in base a quanto soddisfino l'interesse pubblico, e questo significa che i giornali mainstream che fanno propaganda di regime riceveranno sempre più finanziamenti rispetto ad un giornale che non lo fa, e questo di per sé è un incentivo per i giornali ad adeguarsi.
Dall'articolo 21 fino al 25 (pp. 85-91) si propone di fare un'analisi del mercato per valutarne la concentrazione, cioè fino a quanto un determinato settore è dominato da pochi, con l'obiettivo di ridurre la concentrazione di mercato e favorire il pluralismo. Il problema è che queste stesse analisi verranno usate per valutare la presenza di "manipolazione dell'informazione" da parte di stati stranieri, e sarà facilissimo bollare la conotroinformazione, come è già stato fatto (1, 2), come una psyop del governo russo.
Gli articoli saranno fatti rispettare da una commissione sovranazionale chiamata Board che nell'articolo 18 (pp.81) è incaricata di intrattenere un "dialogo strutturale" con le principali piattaforme online affinché blocchino la "disinformazione", cioè l'attività della controinformazione.
CONCLUSIONI
Questo media freedom act è solo l'ennesimo tassello nel puzzle di una serie di leggi e conferenze a cui ormai assistiamo da un anno e che riguardano non solo l'Europa, ma tutto il mondo (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7) L'obiettivo è sfruttare la passività e l'essere esauste delle persone per completare l'opera di quanto hanno iniziato con la farsa pandemica e normalizzare l'uso della sorveglianza sulla popolazione, rendendo legale e poter fare alla luce del sole ciò che hanno sempre fatto, ma a riparo dall'opinione pubblica.
iscriviti a Der Einzige
👉 CLICCA QUI 👈
Con questa nuova direttiva UE si è raggiunto un livello di bipensiero mai toccato prima, poiché secondo l'UE la sorveglianza è libertà.
1) PRESENTAZIONE FUORVIANTE
Nella bozza del 2022, quando iniziarono a concepire questa regolamentazione, scrivevano che serviva per proteggere i giornalisti dagli abusi dei governi e che sarebbe servita per garantire una maggiore libertà di espressione e consentirgli senza ripercussioni di parlare male delle malefatte dei pezzi grossi. Si parla anche di focalizzarsi sul garantire l'indipendenza e il pluralismo editoriale, rafforzando anche la difesa per i diritti umani e impedendo le persecuzioni politiche o fatte attraverso il sistema legale nei confronti di giornalisti che espongono scandali di governi e multinazionali. Questa bozza però è una totale presa in giro. Diversi giornali (1, 2, 3, 4, 5, 6) si sono resi conto di un cambio di rotta repentino perché nella bozza pubblicata a giugno 2023 i toni sono completamente cambiati e si autorizza addirittura a spiare i giornalisti con dei virus informatici per ragioni di tutela della sicurezza nazionale. Questa modifica è stata voluta dalla Francia che ha appena approvato essa stessa una legge che consente di spiare i cittadini con i microfoni e le webcam dei dispositivi informatici, così come anche le perquisizioni notturne, assegnando ancora una volta a questo Paese il ruolo di apripista nel totalitarismo, ricordiamoci infatti che fu per primo la Francia a usare il green pass per vietare l'accesso ai locali.
2) CONTROLLO TOTALE DI GIORNALI E GIORNALISTI
Ma si tratta di molto di più di questo. La bozza ufficiale, che potete leggere cliccando qui, o scaricarla da questo sito, si propone di controllare ogni aspetto della vita dei giornalisti.
L'articolo 4,2a (pp.61-62) sostiene che i governi in presenza di un interesse pubblico e in accordo con una legge nazionale possono:
a) obbligare i giornalisti a rivelare l'identità delle loro fonti;
b) perquisire, detenere e sorvegliare i media services provider, lo staff editoriale o qualsiasi persona che possa identificare le fonti giornalistiche;
c) introdurre spyware non solo nei giornalisti, ma in chiunque sia in contatto con i media e i giornalisti stessi e possa essere utilizzato per ottenere una fonte giornalistica.
L'articolo 5,3 (pp.63) stabilisce che gli stati devono garantire fondi pubblici ai media in base a quanto soddisfino l'interesse pubblico, e questo significa che i giornali mainstream che fanno propaganda di regime riceveranno sempre più finanziamenti rispetto ad un giornale che non lo fa, e questo di per sé è un incentivo per i giornali ad adeguarsi.
Dall'articolo 21 fino al 25 (pp. 85-91) si propone di fare un'analisi del mercato per valutarne la concentrazione, cioè fino a quanto un determinato settore è dominato da pochi, con l'obiettivo di ridurre la concentrazione di mercato e favorire il pluralismo. Il problema è che queste stesse analisi verranno usate per valutare la presenza di "manipolazione dell'informazione" da parte di stati stranieri, e sarà facilissimo bollare la conotroinformazione, come è già stato fatto (1, 2), come una psyop del governo russo.
Gli articoli saranno fatti rispettare da una commissione sovranazionale chiamata Board che nell'articolo 18 (pp.81) è incaricata di intrattenere un "dialogo strutturale" con le principali piattaforme online affinché blocchino la "disinformazione", cioè l'attività della controinformazione.
CONCLUSIONI
Questo media freedom act è solo l'ennesimo tassello nel puzzle di una serie di leggi e conferenze a cui ormai assistiamo da un anno e che riguardano non solo l'Europa, ma tutto il mondo (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7) L'obiettivo è sfruttare la passività e l'essere esauste delle persone per completare l'opera di quanto hanno iniziato con la farsa pandemica e normalizzare l'uso della sorveglianza sulla popolazione, rendendo legale e poter fare alla luce del sole ciò che hanno sempre fatto, ma a riparo dall'opinione pubblica.
iscriviti a Der Einzige
👉 CLICCA QUI 👈
Commenti
Posta un commento