Riunione CTS del 9 giugno 2021: analisi critica tra evidenze scientifiche, scelte politiche e possibili profili di responsabilità
Analisi della riunione CTS – 9 giugno 2025
La riunione del 9 giugno 2021 si svolge subito dopo la pubblicazione da parte di EMA/PRAC di nuovi dati sugli eventi trombotici rari legati ai vaccini a vettore adenovirale (AstraZeneca e Johnson & Johnson). AIFA, tramite Magrini, presenta l’evidenza aggiornata: incidenza di circa 1 caso ogni 100.000 dosi di AZ nella fascia 50–59 anni, e 6 casi di trombosi con J&J in Europa (di cui 3 in Italia). È chiaro, già al momento della riunione, che sotto i 60 anni il rapporto rischio/beneficio è sfavorevole, soprattutto con la diminuzione della circolazione virale. Sul piano strettamente scientifico, dunque, gli elementi per sospendere o limitare fortemente l’uso di questi vaccini nelle fasce più giovani c’erano tutti.
2. Il peso della comunicazione politica
Il Ministro della Salute Roberto Speranza pone l’accento non tanto sui dati epidemiologici, quanto sulla necessità di proteggere la fiducia collettiva nella campagna vaccinale. Più volte ribadisce che il vero pericolo è “cambiare troppo spesso le linee” e rompere “il patrimonio straordinario di fiducia” costruito. Anche Figliuolo e altri membri insistono sulla necessità di un testo chiaro che non dia adito a interpretazioni, non solo per motivi sanitari ma per prevenire caos comunicativo e politico. Locatelli e Brusaferro ricordano i rischi di differenziare troppo i vaccini (“serie A” e “serie B”), evidenziando che il messaggio da trasmettere alla popolazione è almeno tanto importante quanto la sostanza della decisione.
➡️ Questo dimostra che il linguaggio e la narrativa hanno assunto un ruolo paritario, se non predominante, rispetto alla valutazione scientifica.
3. Decisioni e compromessi
Il Comitato appare diviso: Abrignani e Caporale spingono per un divieto netto di AstraZeneca sotto i 60, altri come Rezza e Greco propongono di attendere ulteriori dati o di smaltire le dosi esistenti. La sintesi proposta da Locatelli è un compromesso politico-comunicativo: raccomandare i vaccini mRNA sotto i 60 anni, ma senza dire esplicitamente che “AZ non si fa più”. In questo modo si cerca di evitare l’accusa di marcia indietro e di mantenere la narrativa di una “nuova fase”. Anche il tema degli Open Day viene discusso: si riconosce che sono stati usati impropriamente per “smaltire” AZ tra i giovani, ma non si assume una responsabilità diretta né si ordina lo stop immediato.
➡️ Qui emerge chiaramente che la forma del messaggio ha prevalso sulla sostanza tecnica: la raccomandazione finale è stata volutamente ambigua, per ridurre l’impatto mediatico più che per garantire chiarezza sanitaria.
4. Rinviare la decisione: un errore procedurale
Nonostante l’urgenza riconosciuta da più partecipanti, la decisione definitiva viene rimandata al giorno successivo, quando sarà diffuso il comunicato ufficiale. Ciò genera un vuoto di 12–24 ore in cui hub vaccinali e Regioni restano senza una linea univoca, proprio mentre si discute di rischi mortali, pur se rari. Questo rinvio appare motivato non da ragioni scientifiche, ma dalla volontà di concordare un testo comunicativo politicamente sostenibile.
➡️ Si tratta di un errore procedurale che ha privilegiato la concertazione politica alla prontezza della risposta sanitaria.
5. L’eterologa off-label
Altro punto cruciale è la raccomandazione della seconda dose eterologa (mRNA dopo AZ). Magrini stesso ammette che si tratta di un uso off-label, non coperto da studi clinici solidi né da autorizzazioni EMA. Nonostante ciò, viene promossa come soluzione percorribile per motivi di sicurezza percepita e di flessibilità logistica. Ciò implica che il CTS ha scelto di percorrere una strada politicamente conveniente (evitare il blocco della campagna, mantenere alto il consenso), ma giuridicamente rischiosa, perché ogni trattamento off-label richiede un’informativa specifica e un consenso informato rigoroso.
6. Profili giuridici ipotizzati
Lo stesso verbale riporta un elenco di possibili conseguenze giuridiche:
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Omicidio o lesioni colpose, qualora la prosecuzione della vaccinazione con AZ sotto i 60 avesse portato a decessi prevedibili.
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Abuso o omissione d’ufficio, nel caso in cui si siano ritardate decisioni o trasmesse indicazioni incomplete pur conoscendo i rischi.
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Consenso informato, come punto critico, dato che l’eterologa è off-label e richiedeva un’informativa specifica che non risulta definita nella riunione.
7. Conclusione
La riunione del 9 giugno 2021 mostra un forte intreccio tra scienza e politica, ma con un peso preponderante della seconda. Le scelte non sono state dettate esclusivamente da criteri sanitari: la volontà di preservare fiducia, evitare panico e non compromettere la narrativa governativa ha inciso tanto quanto, se non più, dei dati scientifici. La gestione comunicativa e logistica ha prevalso sul principio di precauzione.
Sul piano giuridico, non emergono reati accertati, ma il verbale stesso riconosce che esistevano ipotesi di responsabilità: dal ritardo decisionale al consenso informato mancante per l’uso off-label. Sono punti che, se collegati a eventi avversi gravi, avrebbero potuto aprire la strada a contenziosi giudiziari.
Ipotesi di reato |
Condotta potenzialmente rilevante |
Base fattuale dal verbale |
Nota critica |
Omicidio / Lesioni colpose(artt. 589–590 c.p.) |
Mancata sospensione immediata di AZ/J&J <60 anni, pur
conoscendo i rischi |
Magrini segnala nuovi casi TTS nella fascia 50–59; Abrignani chiede di
dire chiaramente “sotto i 60 non si fa più AZ” |
CTS opta per compromesso (“preferenza mRNA”), comunicato rinviato al
giorno dopo → possibile esposizione a rischio prevedibile |
Omissione / Abuso d’ufficio(artt. 328–323 c.p.) |
Rinvio della decisione formale (comunicato al giorno successivo),
nonostante l’“oggettiva urgenza” |
Verbale: testo da approvare la mattina dopo, lasciando 12–24h di vuoto
decisionale |
Potenziale omissione di dovere d’ufficio in materia sanitaria |
Trattamento
senza consenso informato |
Raccomandazione della seconda dose eterologa pur essendo uso off-label |
Magrini: “eterologa è off-label, non ci sono studi clinici solidi”;
CTS la promuove ugualmente |
Uso off-label richiedeva consenso specifico → rischio contenziosi
civili e penali |
Comunicazione fuorviante(art. 479 c.p. – ipotesi
estrema) |
Formula ambigua: “fase nuova” e “preferenza mRNA” invece di divieto
netto |
Locatelli: “non dire che AZ non si fa più, ma che è una nuova fase” |
Non falso formale, ma linguaggio ambiguo potrebbe configurare
omissione di informazioni rilevanti |
Lesione del diritto alla salute(art. 32
Cost.) |
Uso improprio degli Open Day per “smaltire” dosi AZ nei giovani |
Ammesso nel verbale che Open Day sono stati sfruttati per
somministrare AZ ai più giovani |
Profilo di possibile responsabilità civile/amministrativa, più che
penale |
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Scheda Verbale CTS – 9 giugno 2021 POMERIGGIO
Data e orario
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Data: 9 giugno 2021
Partecipanti principali
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Roberto Speranza (Ministro della Salute)
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Francesco Paolo Figliuolo (Commissario)
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Franco Locatelli (Presidente CTS)
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Nicola Magrini (AIFA)
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Silvio Brusaferro, Giorgio Palù, Giuseppe Ippolito, Patrizia Popoli, Donato Greco, Sergio Abrignani, Giovanni Rezza, Caporale, Ciciliano, ecc.
Temi principali
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Restrizione AstraZeneca/J&J sotto i 60 anni → rischio trombosi e scenario epidemiologico.
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Seconda dose eterologa (AZ + mRNA) → considerata raccomandabile, ma off-label.
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Gestione comunicativa: evitare “marce indietro”, salvaguardare fiducia e narrativa.
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Logistica: problemi Open Day (usati per “smaltire” AZ nei giovani).
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Garante Privacy: preoccupazioni per provvedimenti ritenuti ostacolo al green pass.
Criticità emerse
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Consapevolezza dei rischi: dati EMA/PRAC (TTS 1/100.000 fascia 50–59, casi J&J 1–2/milione).
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Comunicazione > scienza: forte attenzione alla narrativa (“nuova fase, non retromarcia”).
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Decisione rinviata: comunicato solo il giorno successivo → 12–24h di incertezza.
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Eterologa off-label: nessuna autorizzazione EMA, rischio contenziosi su consenso informato.
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Logistica/Open Day: pratica impropria, riconosciuta dagli stessi membri CTS.
Citazioni chiave
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Speranza: «Abbiamo un patrimonio straordinario di fiducia… non dobbiamo rompere questo clima.»
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Abrignani: «Ogni morte di trombosi pesa molto di più… dobbiamo dire chiaro: sotto i 60 non si fa più AZ.»
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Magrini: «L’eterologa è un uso off-label, non ci sono studi clinici solidi.»
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Figliuolo: «Bloccare sotto i 40 anni è assorbibile, 340mila dosi.»
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Locatelli: «Non parliamo di marcia indietro, ma di una fase nuova.»
Profili giuridici ipotizzati (dal verbale)
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Omicidio/lesioni colpose → se eventi gravi prevedibili non evitati.
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Abuso/omissione d’ufficio → ritardi o mancate formalizzazioni.
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Consenso informato → eterologa off-label senza cornice chiara.
Valutazione critica
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La riunione fotografa un punto di svolta nella campagna vaccinale.
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Decisioni scientifiche (precauzione su AZ <60) intrecciate a esigenze politiche e comunicative.
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Rischi principali: ambiguità, ritardo del comunicato, e adozione di eterologa off-label senza cornice operativa.
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